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giovedì 10 gennaio 2013

L'HISTOIRE D'ADÈLE H.


di F. Truffaut, Francia 1975



In preda ad una lancinante depressione fisica e mentale, mi sono imbattuta nella sempre più folta libreria di film "da vedere". Ciascun film presente nella suddetta ha la possibilità di essere visto che definirei inversamente proporzionale al periodo del suo polveroso soggiorno. Ma in fondo dai, non tutti i mali vengono per nuocere, e anche se il peggiore dolore che hai provato mai ti sembra essere nel modo più assoluto quello che hai nel preciso momento in cui ti poni il problema... dovrai ammettere che il raffreddore è una di quelle sciagure dell'esistenza che hanno almeno la bontà di lasciarti a mettere le piaghe al sedere davanti ad uno schermo. E così sotto l'effetto allucinatorio di un medicinale puntualmente inutile, ho conosciuto la vera storia della povera Adele H. (Hugo).

Adele è una bellissima giovane donna innamorata di un ufficiale. Dopo una breve storia d'amore tra i due egli la abbandona e la rifiuta. Lei non si rassegna e lascia che l'amore per l'uomo la conduca ad una pazzia senza ritorno, alimentata e raccontata nei diari e nelle lettere scritti ossessivamente nell'arco della sua esistenza.
Adele è la figlia di Victor Hugo*. Victor Hugo già, al centro della sua esistenza, sebbene non compaia mai nel film, egli campeggia sopra la sua fragile testa con tutto il peso del suo nome. La follia di Adele si scardina dalla passione per il tenente per farsi emblema del dolore filiale, il dolore di una donna che cerca di liberarsi dalla figura paterna, perdendosi.
Chi ti ha messo al mondo, può avvantaggiarti o può distruggerti.
Il nome, il segno, la direzione, è tutto ciò da cui cerchiamo di fuggire, è tutto ciò che vogliamo ritrovare.

* Leggenda vuole che in realtà Adele fosse il frutto della relazione clandestina della bellissima moglie di Victor e Hugo, Adele, con il critico Augustine de Sainte-Beauve (1804-1869), vero e proprio padrino, quest'ultimo, del successo di Hugo come poeta. Victor scoprì la relazione tra i due sorprendendoli una sera mano nella mano: non perdonò mai la moglie, ma rimase in buoni rapporti con il suo potentissimo amico.

http://temi.repubblica.it/repubblicafirenze-scrittura-mista/2011/05/16/adele-hugo-la-miserabile-di-leslie-smith-dow/